Scorcio del "posto segreto dove non si prende nulla" |
Cosa c’è di meglio per rilassarsi e buttarsi alle spalle una settimana di lavoro per una ditta “molesta”, che convocare un gruppetto di amici, prendere un bel caffè insieme alle prime luci dell’ alba e poi dirigersi nel fiume vicino a casa in cerca degl’ ultimi pesci selvatici rimasti nella zona?
Una delle cose che adoro di più, e che tutti i week-end o quasi continuo a fare fin da quando ero bambino, è proprio la “pescatina" di tre ore la domenica mattina in Sieve in compagnia di mio babbo e/o di alcuni amici affiatati.
Mario poco sopra la zona del racconto.. |
Dopo la creazione della diga di Bilancino, l' acqua è sempre più fredda, più ossigenata e grazie alla presenza di nuovi depuratori, più pulita.
Questo cosa significa? I ciprinidi stanno lasciando sempre più spazio alle trote, anche in zone basse del fiume dove prima di tale specie non se ne vedeva nemmeno l’ ombra.
Questo cosa significa? I ciprinidi stanno lasciando sempre più spazio alle trote, anche in zone basse del fiume dove prima di tale specie non se ne vedeva nemmeno l’ ombra.
E' vero, sono ancora poche, rarefatte, ma in fondo non io sono poi così interessato al numero di catture.
Quello che mi diverte è stare a contatto con la natura in buona compagnia, unita alla difficoltà di cercare, e qualche volta trovare, “un ago in un pagliaio”.
Quello che mi diverte è stare a contatto con la natura in buona compagnia, unita alla difficoltà di cercare, e qualche volta trovare, “un ago in un pagliaio”.
E’ nelle zone basse della Sieve, diciamo comprese tra Dicomano e San Francesco, che ha preso forma un po’ per scherzo l’ idea del mio “swing” ultraleggero e sempre in queste acque si è sviluppato fino a rendere i miei esperimenti "visionari" in una tecnica funzionante.
Questo è ennesimo preambolo per raccontarvi una mattinata di pesca che poteva essere come tante altre, ma che a causa degli eventi rimarrà come una di quelle pescate che si ricordano per anni.
Un bel cavedano della zona di Dicomano |
Questo è ennesimo preambolo per raccontarvi una mattinata di pesca che poteva essere come tante altre, ma che a causa degli eventi rimarrà come una di quelle pescate che si ricordano per anni.
Era una mattina di metà dicembre, non era nemmeno domenica, ma era festa per me, perché era il giorno del mio compleanno.
Quale miglior festeggiamento che passare una giornata sul fiume prendendosi un giorno di ferie?
Visto il periodo dell' anno non proprio favorevole e l’ andamento meteo di quei giorni, le condizioni di pesca potevano considerarsi proibitive se non impossibili.
Il fiume portava almeno mezzo metro se non settanta centimetri, di acqua in più marcatamente di neve, con un colore che virava tra il grigio e il verde oliva, con scarsa visibilità e temperatura sui 4 gradi. Metteteci pure un "freddo becco" e la nebbia ed ecco che che uno si chiede: "ma io, icchè ci fo qui su i’ ffiume con questo tempo"??? Unn' era meglio se rimanevo a letto!!! (detto proprio in fiorentino).
Vabbè, ormai le ferie son prese, in macchina ci sono, dove vado a raccattare questo cappotto?
Visto i livelli l’ unico luogo dove poter bagnare la mosca è la piana sopra al ponte di Dicomano, luogo soprannominato dagli amici “il posto segreto dove non si piglia nulla”… domandatevi un po' il perché...
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La super canna con un super cavedano. |
Buon viso a cattivo gioco, indosso i waders, piumino e impermeabile e comincio a montare la mia attrezzatura preferita: Reaction 9’ # 5, Quadra 4/6 e Compline da 25 libbre. Visto le condizioni del fiume prendo e monto una shooting head compatta SINK4-SINK5, polyleder super extra fast sinking e un tippet corto dello 0,23.
Stesso luogo, stesse condizioni: purtroppo non stesso pesce! |
Aprendo la scatola delle mosche le uniche parole chiave che avevo in mente erano GROSSA, VOLUMINOSA E VISTOSA. Razzolandoci finalmente salta fuori quello che cercavo. Un “Mariesco Rondone”, una tube creata dal mio amico Mario dell' OldAngler, dai colori gobbi (bianco-nero), bella pesa e sui 7-8 centimetri; più che una mosca direi che sembrava un pollo!
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Due versioni diverse del "Mariesco Rondone". |
Eccola! Questa ci vuole! La monto sul finale armandola con un amo singolo barbless del # 6 e sono pronto.
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Alcune evoluzioni della mosca sopracitata. |
Scendo sul fiume e già a pochi centimetri dalla sponda ho l’ acqua alla vita; praticamente impescabile, direi che il fiume è in piena, ma con quel livello quella piana che normalmente è quasi ferma, si muove ad una velocità perfetta per pescare in swing.
Poco fiducioso, quasi svogliato e convinto di sprecare tempo comincio a coprire “a corto” la testa della buca. Poco a poco allungo i lanci fino a battere la mosca sulla sponda opposta. Arrivato alla distanza ideale comincio a spostarmi alla velocità "due lanci un passo a valle" per coprire a raggiera tutta la buca.
Le mie passate mi sembrano perfette: lanci a 70°, mending a monte un attimo prima che la lenza tocchi l' acqua, qualche secondo di coda in bando per fare affondare il tutto e sono in pesca. La velocità è giusta, lenta, di poco inferiore alla corrente e anche la profondità mi sembra buona, visto che posso sentire le vibrazioni della coda che "ruzzola" sul fondo.
Le mie passate mi sembrano perfette: lanci a 70°, mending a monte un attimo prima che la lenza tocchi l' acqua, qualche secondo di coda in bando per fare affondare il tutto e sono in pesca. La velocità è giusta, lenta, di poco inferiore alla corrente e anche la profondità mi sembra buona, visto che posso sentire le vibrazioni della coda che "ruzzola" sul fondo.
Giusto il tempo di arrivare a metà della piana, dove il fiume rallenta e dove i giochi di corrente mi svelano la presenza di qualche roccia più grossa, ecco che succede quello che rende tanto bella e imprevedibile la pesca!
Nonostante le condizioni pessime qualcosa si manifesta dall’altra parte della lenza. Una cannonata vera e propria mi sfila la running line di mano facendo cantare la frizione del mulinello.
Nonostante le condizioni pessime qualcosa si manifesta dall’altra parte della lenza. Una cannonata vera e propria mi sfila la running line di mano facendo cantare la frizione del mulinello.
Incomincia un combattimento furibondo, il pesce tira come un pazzo , non si smuove dal fondo e va ovunque voglia, mostrandomi la sua potenza e facendomi intuire una mole fuori dal comune.
Mettiamola così: non ho mai avuto in canna un pesce così potente in queste acque.
Mettiamola così: non ho mai avuto in canna un pesce così potente in queste acque.
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Mario stavolta impegnato in TWS |
La curiosità mi assale insieme all’ ansia: non avendo ancora visto cosa abbia abboccato, comincio a tempestarmi di domande: “Un cavedano non può essere, se lo fosse sarebbe il record del mondo, non esiste un cavedano che tira così...
Che sia una carpa presa per la schiena? No non credo, tirerebbe in modo diverso, se fosse presa fuori, non darebbe ‘ste testate...
Potrebbe essere un luccio, ma cacchio, devo averlo preso fuori dalla bocca sennò avrebbe tagliato il filo in un secondo… boh forse no, mi sembra troppo lento per essere un luccio...
Un barbo spagnolo che ha mangiato quello steamer? No dai non è possibile...
No, non dirmi che è un "silurotto". Che siano arrivati fino a qui? Giuro che se è un siluro, smetto di pescare in Sieve. No dai, non può essere un siluro...
Passano pochi minuti che sembrano un eternità, fin quando non riesco ad avvicinare, sebbene momentaneamente, la mia preda che sciaguattando a galla si rivela come il regalo di compleanno più bello che potessi ricevere dal fato. Vi dico solo che intravidi una sagoma grossa e grassa color bronzo-giallastra che sicuramente superava di un bel po’ i 50 centimetri (non vorrei passare per un esagerato “cantastorie", ma ad occhio direi che era un pesce sui 70 centimetri o forse di più) e che, o aveva la varicella, o era una stupenda Fario selvatica dai colori "nuziali". Chissà da quanto tempo viveva in quella piana!
Che sia una carpa presa per la schiena? No non credo, tirerebbe in modo diverso, se fosse presa fuori, non darebbe ‘ste testate...
Potrebbe essere un luccio, ma cacchio, devo averlo preso fuori dalla bocca sennò avrebbe tagliato il filo in un secondo… boh forse no, mi sembra troppo lento per essere un luccio...
Un barbo spagnolo che ha mangiato quello steamer? No dai non è possibile...
No, non dirmi che è un "silurotto". Che siano arrivati fino a qui? Giuro che se è un siluro, smetto di pescare in Sieve. No dai, non può essere un siluro...
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Strike!!! |
Passano pochi minuti che sembrano un eternità, fin quando non riesco ad avvicinare, sebbene momentaneamente, la mia preda che sciaguattando a galla si rivela come il regalo di compleanno più bello che potessi ricevere dal fato. Vi dico solo che intravidi una sagoma grossa e grassa color bronzo-giallastra che sicuramente superava di un bel po’ i 50 centimetri (non vorrei passare per un esagerato “cantastorie", ma ad occhio direi che era un pesce sui 70 centimetri o forse di più) e che, o aveva la varicella, o era una stupenda Fario selvatica dai colori "nuziali". Chissà da quanto tempo viveva in quella piana!
Ma ecco che lo stupore mi tira lo scherzetto: fino a quel momento ero eccitato, sorpreso, ma allo stesso tempo freddo nel combattimento. Il rendermi conto che quella poteva essere la mia trota “di tutti i tempi” crea in me uno stato di ansia e di irrequietezza che mi porta a fare quell’ errore che non si può commettere. Per paura di perderla comincio a forzare esageratamente quel pesce non ancora stanco, gridando, come se qualcuno potesse sentirmi, “Mamma che trota...mamma che trota”... Il pesce, a pochi passi da me si volta bruscamente a bocca aperta e facendo l' ennesima capriola di chi ne sa una più del diavolo, riesce a sfuggirmi. L’ amo perde la presa e insieme alla tube come un proiettile finsce per conficcarsi nella mia guancia sinistra intorpidita dal freddo.
Non riesco a credere a quello che mi è successo, non capisco se sono sgomento per aver perso una preda che manco credevo potesse vivere in quelle acque o se in fondo sono contento perché posso sperare in una nuova sfida e una eventuale rivincita su quel pescione: ho trovato un avversaria da rispettare e cacciare...
Sono “fatto" di adrenalina, incredulo penso erroneamente con un velo di superbia: "stavolta ti ho perso, ma ci saranno altre occasioni… tanto ti piglio”...
Sono “fatto" di adrenalina, incredulo penso erroneamente con un velo di superbia: "stavolta ti ho perso, ma ci saranno altre occasioni… tanto ti piglio”...
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La cattura di Mario pronta per il rilascio. |
Beh, la fine della storia purtroppo è peggio di come potessi aspettarmela. Ho inseguito quel pesce per un paio d’ anni, senza mai rivederlo e ovviamente mai prenderlo, pensando mille cose : ”Cavolo quanto è furbo, eppure deve essere da queste parti, che non mi mangi più le mie imitazioni?
Sarà mica morta di vecchiaia?
Che lo abbia portato via le piene?
Speriamo che qualcuno non l’ abbia presa e me l' abbia accoppata”: siamo in zona di protezione, ma sai in Italia le leggi qualcuno le rispetta, molti le interpretano e altri se ne sbattono…
Sarà mica morta di vecchiaia?
Che lo abbia portato via le piene?
Speriamo che qualcuno non l’ abbia presa e me l' abbia accoppata”: siamo in zona di protezione, ma sai in Italia le leggi qualcuno le rispetta, molti le interpretano e altri se ne sbattono…
Eh invece no, è stata lì tutto questo tempo ignorando le mie insidie fino a domenica scorsa quando, purtroppo, è finita in un sacchetto della coop dopo aver abboccato ad un pescatore alla passata che in barba alle leggi se l' è portata a casa. A nulla sono serviti il litigarci e l' aver chiamato le guardie: prima che queste potessero arrivare il maledetto se n' era già andato...
Che dire, stesso luogo, presumo stesso pesce: grossa era grossa, ma meno di come me la ricordavo. Che fosse lei? Che l' eccitazione di quel giorno me l' avesse fatta sembrare più grossa di quel che era realmente? Posso ancora sperare che sia viva in quelle acque ad aspettarmi uno di questi giorni?
Chi lo sa! Una cosa è certa: Io lì continuo a pescarci spesso, specie in acqua alta, fredda e torba...
NB: le foto sono immagini di repertorio scattate nelle zone dove si è svolto il racconto; purtroppo di questa vicenda che vi abbiamo raccontato non abbiamo fotografie...
Si ringraziano Mario Bartolini e Matteo Piccioli per averci concesso gentilmente alcune delle foto pubblicate.
Alla prossima!
Ale & Ema.
Che dire, stesso luogo, presumo stesso pesce: grossa era grossa, ma meno di come me la ricordavo. Che fosse lei? Che l' eccitazione di quel giorno me l' avesse fatta sembrare più grossa di quel che era realmente? Posso ancora sperare che sia viva in quelle acque ad aspettarmi uno di questi giorni?
Chi lo sa! Una cosa è certa: Io lì continuo a pescarci spesso, specie in acqua alta, fredda e torba...
NB: le foto sono immagini di repertorio scattate nelle zone dove si è svolto il racconto; purtroppo di questa vicenda che vi abbiamo raccontato non abbiamo fotografie...
Si ringraziano Mario Bartolini e Matteo Piccioli per averci concesso gentilmente alcune delle foto pubblicate.
Alla prossima!
Ale & Ema.